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Il grigio della “nera”

Giugno 6, 20230

Il 9 maggio 1927 il “Corriere della Sera”, come tutti i quotidiani, dava con molto risalto la notizia, diffusa dall’agenzia Stefani, dell’arresto del “mostro di Roma”. Così, da tre anni, veniva chiamato il pedofilo e assassino che angosciava la capitale. L’arrestato si chiamava Gino Girolimoni. Come ormai si sa non c’entrava nulla, ma il suo cognome divenne sinonimo di mostro. Sarà assolto, ma avrà una vita grama.

In realtà i “girolimoni” esistono. E le loro azioni riempiono le pagine dei giornali. Ovviamente accompagnate da profili socio-psicologici e da testimonianze di ogni tipo. Anche banali “l’avevo detto io che era strano”. Come nel caso del barman Alessandro Impagnatiello che ha ucciso la fidanzata incinta, conservando per qualche giorno il cadavere. Pazzo? Delinquente? Mostro? Come dovremmo definirlo? E come dovremmo definire, in generale, il marito che ammazza la moglie? Il figlio che uccide la madre? La compagna che uccide il compagno? Non lo so. Onestamente. Non credo che esista un superlativo di mostro. E quali misure si possono prendere per estirpare il male dalla nostra vita?

Un’esponente politica ha twittato che bisogna adottare ogni misura per combattere il femminicidio. Come se infanticidi e omicidi potessimo tollerati. Ma, a parte la retorica sul genere delle vittime, quali potrebbero essere queste misure salvifiche? Il braccialetto elettronico per chi già ha commesso un reato? Va benissimo. Ma è una misura ex post. Le molestie sono gravissime, ovvio. Controllare il molestatore noto si può. Ma chi può impedire che un non pregiudicato possa, di punto in bianco, diventare molestatore, assassino, ladro?

Forse chi sospetta che Tizio o Tizia potrebbero essere pericolosi dovrebbe segnalati alle autorità. In realtà anche spiare una persona è però una molestia, dunque un reato. E il presunto potenziale delinquente potrebbe fare la fine di Girolimoni. Purtroppo gli errori giudiziari sono sempre esistiti e continuano a esistere. Vogliamo dimenticare il caso Tortora?

Dunque? Quali sono le misure concretamente possibili? Sguinzagliare psicologi e psichiatri nelle scuole, nei posti di lavoro, agli angoli delle strade? Qualcosa si può fare e va fatto, ma chi garantisce che lo psicologo non diventi all’improvviso un assassino? Quanti sono gli “educatori” che molestano bambini e adolescenti?

Dunque mi limito a essere affranto, perché una soluzione vera non esiste. Mi resta però un dubbio. Può darsi che sbagli, ma ho la sensazione che in questi efferati delitti che sembrano diffondersi a macchia d’olio un ruolo può svolgerlo l’emulazione. In una persona disturbata l’attenzione dei media – spesso ossessiva – per i particolari macabri di un delitto, anche quando il colpevole ha ormai un nome certo, abbia un effetto opposto a quel che comunemente si crede. Si pensa che l’orrore generato dal delitto freni il potenziale delinquente. Ho invece l’impressione che accada il contrario.

Non dico che si debba tornare alla cronaca nera ridotta a 5 righe in corpo 8, come si diceva una volta. Quando i giornali, nell’Italia della dittatura, la linea la dava il Minculpop: “evitare di dare spazio a…”, “ignorare il fatto accaduto…” Quindi nascondere le notizie brutte e ingigantire quelle belle.

In fondo, il grande spazio dato dai giornali, il 9 maggio 1927, all’arresto di Girolimoni era nella logica della bella notizia. “L’opinione pubblica apprenderà con grande sollievo…” Così attaccava il pezzo del “Corriere”. E certamente era vero. I lettori furono felici. Come noi oggi lo siamo per l’arresto del barman. Nonostante il “bruto”, allora, fosse falso. Nascondere o ingigantire. È la regola di tutte le dittature.

So bene che non si deve tornare indietro. Nessuna forma di censura è accettabile. Ma so anche che il giornalismo, nel nome del sacro diritto all’informazione, su certi temi tende a esagerare, anche quando non c’è più nulla da dire, al solo scopo di vendere copie. Non dovrebbe essere così, perché la deontologia professionale non lo consente. Eppure accade. Forse una riflessione collettiva andrebbe fatta.

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