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Geopolitica di un naufragio italiano

Giugno 11, 20220

Seguendo le cronache quotidiane, oggi più che mai, con la guerra in corso e le sue conseguenze politiche ed economiche, viene talvolta da chiedersi se abbia ancora un senso interrogarsi sul futuro del Mediterraneo, che da mare nostrum da tempo si è trasformato in mare di tutti e di nessuno, comunque non italiano e/o europeo, nonostante la geografia non sia mutata, ovviamente. Ma questo Naufragio Mediterraneo  non si propone come nostalgica osservazione di quel che non è più o, meglio, di quel che poteva essere, non è stato, e forse non potrà più essere. Attraverso le lenti dell’analisi geopolitica, gli autori spiegano con efficacia quel che radicalmente è mutato, perché sia accaduto, e s’interrogano sulle prospettive, convinti che dal Mediterraneo non si possa prescindere se si vuole immaginare un ruolo non definitivamente marginale per l’Italia e l’Europa. Il libro presenta dunque la situazione delle aree prese in esame, sotto il profilo politico, economico, strategico e sociale. Ne emerge la pressione di nuovi attori, che hanno soppiantato l’influenza europea, in Libia, nel Maghreb e nel loro retroterra, senza dimenticare il tema delle migrazioni che coinvolge anche la Tunisia.

Il volume – come segnala l’ambasciatore Umberto Vattani stilandone la prefazione – <riesce a fotografare in modo straordinariamente chiaro e preciso la mutevole complessità di quello che è lo spazio geopolitico intorno all’Italia>. Uno spazio fondamentale, perché <il destino dell’Italia e della stessa Europa continua a essere segnato attorno a questo piccolo mare, racchiuso tra tre continenti e attraverso il quale passa il 20% del traffico marittimo mondiale>. Quello che si prospetta, a causa della indifferenza, e fors’anche della scarsa capacità, delle classi dirigenti italiane ed europee dello scorso decennio, è però un vuoto geopolitico. Senza un deciso cambio di rotta, al di là dell’ormai solo retorico europarternariato varato nel 1995, è un vero e proprio naufragio, le cui conseguenze potrebbero gravare per decenni. Il rischio è che il Mediterraneo si trasformi stabilmente <in uno spazio conteso e incontrollabile sulla cui mappa gli antichi avrebbero potuto scrivere hic sunt leones>. Tuttavia, secondo gli autori, <il vuoto euro-mediterraneo può essere colmato. Ma è necessario che l’Italia si faccia carico di nuove responsabilità e si doti di nuovi strumenti. È un progetto non a breve termine che presuppone che, pur nella difficile situazione economia in cui versa il nostro Paese, dobbiamo essere in grado di perseguire una politica mediterranea autonoma e non dipendente dalle nostre debolezze finanziarie verso Bruxelles. L’economia non ci aiuta. La storia e la geopolitica forse sì>. La risposta, naturalmente, tocca alla politica. Oggi più che mai.

Michela Mercuri, Paolo Quercia, Naufragio Mediterraneo. Come e perché abbiamo perso il Mare Nostrum, Paesi Edizioni, Roma 2021

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