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La coalizione dello strapuntino

Agosto 7, 20223

Imbarcato anche Di Maio, Letta ha chiuso il suo cerchio magico. Non è un miracolo né una sorpresa. Archiviata la prospettiva del “campo largo” con Conte che ha disarcionato Draghi, non gli restava che raccogliere il maggior numero possibile dei cespugli che nei sondaggi ondeggiano intorno alla soglia del 3 per cento, più sotto che sopra. Salvo Calenda.

L’unico dubbio rimasto riguarda proprio il creatore di Azione. Forse a breve sapremo. Certo, per un adoratore della cosiddetta “agenda Draghi”, è dura ingoiare Fratoianni. Per la siderale distanza di cultura politica, di programmi. Ma, per ragioni più prosaiche, duro sarebbe anche andare a Canossa da Renzi. Presto si saprà. Il tempo stringe.

Se era scontato che, perduto Conte, Letta cercasse di caricarsi la qualunque, meno scontato è che non emergano mal di pancia tra gli ex di Forza Italia che hanno aderito  ad Azione. Ma in fondo sono marginali. Calenda può perderli senza danni. Mentre non può perdere il simbolo della Bonino che gli consente di gareggiare senza raccogliere le firme. Potrebbe tentare, se Azione avesse un qualche radicamento nei territori. Ma non lo ha. E dunque rischierebbe troppo. E probabilmente si adeguerà a partecipare a questa Cosa che Letta sta costruendo emulando Prodi. Ricordate l’ammucchiata selvaggia del 1996? Tra maggioranza di governo e appoggio esterno si contavano 15 sigle: PDS, PPI, UD, FDV, RI, SI, AD, MCU, PRI, PS, SR, PRC, SVP, LA RETE, UV. Poi c’erano i senatori a vita. E Bertinotti che ebbe un sussulto. Di ideologia? Di dignità?

Certo, oggi il rosatellum spinge in questa direzione, se l’obiettivo è tentare di vincere comunque, prescindendo dalle idee.

Angelo Panebianco, sul “Corriere” di oggi, ha definito il rosatellum <the stack law, la legge dell’accatastare, dell’ammucchiare>. Un po’ tutte le leggi maggioritarie, e questa è molto parziale, costringono ad ammucchiare. Per questo preferirei un doppio turno alla francese. Ma i conti si fanno con quel che c’è. Panebianco ritiene <probabile che la prossima legislatura faccia la fine della precedente: governi che, nella loro composizione, prescindono totalmente dagli schieramenti che si sono presentati alle elezioni>. In effetti è probabile. Tutto potrebbe sfarinarsi. Ma il caso Prodi ci ricorda che da decenni è così. Nulla di nuovo sotto il sole.

Tuttavia va detto che la logica dello strapuntino, persino per Di Maio, in questa torrida estate, è stata applicata più a sinistra che a destra. Dove certamente differenze culturali esistono, ma la coesione programmatica appare onestamente maggiore. E anche i toni della campagna elettorale sono molto diversi. Il campo larghino di Letta si appella alla necessità di sconfiggere non un avversario politico, ma un “nemico” persino antropologico, in una sorta di guerra santa contro l’infedele. Una logica vecchia, che il popolo italiano non capisce, non può capire. Una cosa da professorini novecenteschi, inattuale, pericolosa e anche poco democratica.
Letta, giorni fa, ha detto che sarebbe <Inimmaginabile Meloni dopo Draghi>. Da quale pulpito, direi. Ma perché dovrebbe essere <inimmaginabile> Meloni, dopo che Letta ha governato con quel coacervo di stupidità, incultura, populismo estremo che erano e sono i teorici dell’uno vale uno? Quelli che volevano aprire il Parlamento democratico come una scatoletta di tonno?

Al di là della retorica dell’agenda Draghi, e della santa alleanza contro i presunti nemici della Costituzione repubblicana, che cosa unisce la coalizione dello strapuntino? A parte lo strapuntino, naturalmente. Ops, scusate. Lo chiamano diritto di tribuna, che è più elegante… Più da Sciences Po.

Aggiornamento pomeridiano. 

Calenda, più coraggioso del prevedibile, se ne va. E Letta ha sbagliato tutto.

Calenda dichiara: <Oggi mi trovo a fianco che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi più dei 5 Stelle e dall’altro gli ex 5 Stelle che hanno demolito il lavoro fatto al Mise. E allora mi sono un po’ perso, due giorni fa sono andato da Enrico e gli ho detto: tutti questi meccanismi per cui recuperiamo Di Maio, Tabacci, Manlio Di Stefano, gli italiani non la capiranno. Gl i ho detto: rinuncio ai collegi, mi tengo solo il 10%, facciamo solo un’alleanza con me. E’ come se la sinistra avesse paura di non rappresentare la sinistra. Non mi sento a mio agio con questo, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà, onore a fare politica così. Pertanto ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza>.

3 comments

  • Cesare Manfroni

    Agosto 7, 2022 at 12:14 pm

    Per fortuna che Gianni c’è ! Tutto quello che scrivi è condivisibile se non sei tifoso a priori.
    Le tue argomentazioni sono inconfutabili tanto sono razionali 👏👏👏
    Sono frutto di una analisi obiettiva, indipendente, seria, non partigiana , senza odio e senza amori verso chicchessia.
    Questo è vero giornalismo al servizio dei lettori !
    Grazie , di tutto cuore.

    Reply

  • Cesare Manfroni

    Agosto 7, 2022 at 12:14 pm

    Per fortuna che Gianni c’è ! Tutto quello che scrivi è condivisibile se non sei tifoso a priori.
    Le tue argomentazioni sono inconfutabili tanto sono razionali 👏👏👏
    Sono frutto di una analisi obiettiva, indipendente, seria, non partigiana , senza odio e senza amori verso chicchessia.
    Questo è vero giornalismo al servizio dei lettori !
    Grazie , di tutto cuore.

    Reply

    • Gianni Scipione Rossi

      Agosto 7, 2022 at 12:21 pm

      Grazie Cesare. Speriamo che anche queste opinioni circolino…
      Gianni

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