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Gli spicci di Blinken (e di Putin)

Settembre 14, 20220
Antony Blinken

Poteva arrivare da Mosca, invece è stata recapitata da Washington la “bombetta” sulle elezioni. Perché? Perché proprio il 12 settembre il segretario di Stato Antony Blinken ha ritenuto opportuno inviare un report “sensibile”, non “segreto” o almeno “classificato”, alle ambasciate americane di mezzo mondo? Se proprio dobbiamo indossare l’abito del complottista, a questa domanda – ammesso che Blinken non sia uno scemo – dovremmo trovare una risposta. Blinken non può infatti non sapere che in Italia si vota tra pochi giorni e la diffusione del report – da parte di fonte ignota – rappresenta una ingerenza palese nei fatti di un paese alleato, membro della NATO.

Joe Biden

Ma per ora possiamo fare solo ipotesi. La prima è che l’amministrazione Biden non gradirebbe in Italia un governo a guida centrodestra, piuttosto a guida Letta-Conte, a loro insaputa. Ma si tratta di una illazione. La notizia invece non sembra una illazione. Se l’intelligence ha vergato un report qualcosa di vero deve esserci.

La notizia, secondo quanto fatto trapelare, è che Mosca avrebbe “investito”, dal 2014,  almeno 300 milioni di dollari per “influenzare” a suo vantaggio politici di almeno 24 Paesi tra Europa, Africa e Sud-Est asiatico, Italia compresa. Tuttavia il messaggio è monco. Perché non sono stati fatti i nomi dei Paesi interessati, né dei partiti o degli esponenti politici finanziati, in un modo o nell’altro. Ovviamente in Italia tutti smentiscono. Il Copasir è convocato. Il suo presidente, Adolfo Urso, assicura che nel report l’Italia non ci sarebbe. Si minacciano querele, etc. etc. Sapremo? Forse, un giorno. Quando saranno desecretati i documenti americani. Andrea Spiri ci ha scritto un bel libro su come diplomazia e intelligence informavano Washinton di come stava crollando la Prima Repubblica (The end 1992-1994. La fine della prima Repubblica negli archivi segreti americani, Baldini+Castoldi, 2022).

Per ora dobbiamo stare alle illazioni di un ex ambasciatore americano, Kurt Volker, già alla Nato con Bush e inviato in Ucraina con Trump. Ovviamente lo ha intervisto “la Repubblica”, con Paolo Mastrolilli, che forse poteva trovare di meglio date le solide frequentazioni oltreatlantiche del direttore Maurizio Molinari. Comunque, questo c’era su piazza, evidentemente. E sentiamo Volker:

“Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi”.
Vede un collegamento tra la denuncia di Blinken e il fatto che tra dieci giorni in Italia si vota? “Certo. C’è la preoccupazione che un governo di estrema destra in Italia sia più favorevole alla Russia. Ricordiamoci però che tra due mesi ci sono le midtermnegli Usa, e i democratici vogliono ricordare ai nostri cittadini che quanto sentiranno durante la campagna elettorale potrebbe essere ispirato o promosso da Mosca”. Davvero l’allarme riguarda anche Fratelli d’Italia? “Non ‘ho prove dirette personali, ma è un ritornello costante che c’è stata qualche assistenza. Se guarda bene la loro linea politica, alcuni aspetti riflettono le posizioni russe”. Si riferisce a Fratelli d’Italia o alla Lega? “La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe. FdI è una formazione più recente, anche se erede di altri partiti, ed è cresciuta in maniera straordinaria nell’ultimo anno. Ciò obbliga a porsi domande su quali sono le fonti dei loro finanziamenti, delle posizioni prese e dell’aumento della popolarità”. Loro dicono che sono atlantisti e resteranno fermi nel sostegno all’Ucraina. Teme che sia solo una mossa elettorale? “Non lo sappiamo, perché finora non hanno mai guidato il governo e non possiamo prevedere come reagiranno. È vero che negli ultimi tempi hanno detto le cose giuste e se andranno al potere dovremmo incoraggiarli anche a farle. Però come si comporteranno davvero è un’incognita”. Vale anche per la Lega? “Sì, ma in questo caso qui ci sono le prove quanto meno delle discussioni avvenute sui finanziamenti”. Si riferisce alle conversazioni di Savoini al Metropol? “Certo”. E sospetta anche di Forza Italia? “Sì. È interessante che Berlusconi non fosse così filo russo, quando aveva fatto il premier la prima e la seconda volta, ma alla terza è completamente cambiato”. Perché? “Ha sviluppato uno stretto rapporto personale con Putin, e forti relazioni di business con la Russia”.

Perché non anche i 5Stelle e magari qualche frangia del Pd e dell’arcipelago alla sua sinistra? Mah… La domanda non gli è stata fatta. Ma tanto Volker non ha “fonti dirette personali”. Dunque…

Vladimir Putin

Una banale obiezione. Mettiamo che sia vero (comunque è verosimile) che Putin abbia distribuito 300 milioni di dollari in 8 anni (dal 2014 a oggi) e in 24 Paesi. In sostanza 37 milioni e mezzo di dollari all’anno. Che fanno poco più di 1 milione e mezzo a Paese. Mettiamo che i beneficiari siano solo 3 a Paese. Farebbe circa 500 mila dollari a testa. E con questa cifra si influenza la classe politica di una Nazione? Forse in qualche sperduto Stato africano. Ma in Europa? Che cosa ci fa un grande partito italiano con 500 mila dollari? Ma anche con un milione? Che ci fa Forza Italia, notoriamente sostenuta da Berlusconi, con una cifra del genere? Ma anche gli altri… Siamo seri, Volker. A Roma si direbbe: e che li paghi co’ du’ spicci? Non prendiamo per scemo neppure Putin, che è meglio.

Resta l’ingerenza, grave. Legittimo il report. Illegittimo farlo trapelare. E lo dico da atlantista convinto. Ancora più convinto della necessità etica, storica, politica di sostenere l’Ucraina. Un giorno sapremo.

Sanna Marin

Per ora preferisco registrare quanto affermato dalla premier di un piccolo Stato europeo, la finlandese Sanna Marin, laburista. Interrogata sull’ipotesi di Meloni premier, ha risposto:“Penso che gli italiani abbiano il diritto di votare chiunque vogliano”,“da leader di un altro Paese non commento le elezioni in Italia”, le sue parole. “Penso che sia molto importante in questi momenti molto difficili in Europa essere uniti contro le minacce della Russia, nei confronti di tutti noi, non solo dell’Ucraina”. Appunto.

Poi ho letto quanto affermato da Franco Perlasca, figlio del Giusto delle Nazioni Giorgio Perlasca: “Si parla da fonti americane di un finanziamento a vari partiti europei da parte della Russia. Senza nomi e prove. Ma la calunnia è un brutto venticello agitato da vari giornali militanti e mancano 10 giorni alle elezioni. Tentativo di influenzarle e ribaltare un risultato che sembra già scritto? Forse. Mi permetto di ricordare che gli unici finanziamenti provati furono quelli dell’allora Urss al Pci (il Pd ne è l’erede) e degli americani alla DC”. Appunto.
Il seguito alla prossima puntata.

 

 

 

 

 

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