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Douce France adieu?

Novembre 9, 20222

Dunque la Ocean Viking naviga verso Marsiglia. Perché la Francia si è scoperta generosa. Ieri. Oggi meno. Visto che il portavoce del governo chiede alla nave di cambiare rotta e attraccare in Italia. Situazione confusa. Intanto la nave sembra andare… Ma nella notte Parigi ci ha ripensato. Non è dolce la Francia. Quando deve fermare gli immigrati a Mentone lo fa, senza problemi.

Due giorni di navigazione, forse qualcosa in più, per Marsiglia. Forse il comandante della Ocean faceva prima se puntava su Ajaccio. È una subordinata. Ma – si chiedono a Parigi – come la prenderanno i corsi? Sembra una battuta, ma non lo è. Ritrovarsi con centinaia di migranti sotto casa non piace a nessuno. Se li accogli, poi te ne devi occupare, mica puoi lasciarli sui moli. Se sbarchi ad Ajaccio qualcuno li deve ricaricare e trasferire nella Francia metropolitana. Quel qualcuno è un traghetto affittato dal governo, o una nave militare. Insomma, se proprio non possiamo farne a meno, che se ne occupi SOS Mediterranée, la ONG che si definisce “un’organizzazione marittima e umanitaria sostenuta dalla società civile europea per il soccorso nel Mediterraneo”.

Oggi mi sento cattivista. Sono oggettivamente parte della società civile europea, ma non ho alcuna intenzione di sostenere l’organizzazione presieduta da tale Alessandro Porro, il quale ha dichiarato che va in Francia perché l’Italia non è più un “porto sicuro”. Meglio così. In realtà la Ocean naviga verso Marsiglia perché il governo italiano e quello francese si sono parlati. È quello italiano ha spiegato ai cugini che è ora di farla finita. Ma i cugini non sembrano esattamente convinti. Douce France è solo una canzonetta.

Come ha detto Papa Francesco, non è che i migranti che arrivano sulle spiagge – o nei porti – possono essere solo un problema di Spagna, Italia, Cipro e Grecia. Ha dimenticato Malta, ma il messaggio è chiaro.

In sostanza, se un’Europa esiste, se ne occupi e non si giri dall’altra parte. Se esiste. Piuttosto, forse è il caso che monsignor Giancarlo Perego, presidente della fondazione Migrantes della Cei, prenda nota del parere del Papa. Oppure parli con i colleghi francesi, perché accolgano i migranti nelle loro chiese. Ops, dimenticavo, la Francia è istituzionalmente iperlaico. Le chiese sono di proprietà dello Stato.

Le cronache giornalistiche degli sbarchi in Sicilia e Calabria trasudano pietismo. E raccontano vite. Il ventiduenne bengalese che deve telefonare alla mamma che ce l’ha fatta. Col telefonino, naturalmente. I giovani che sono tutti quindicenni, tanto non hanno documenti. Il commerciante siriano con moglie e figlioletta che ha pagato 70mila dollari i trafficanti di carte umana.

Oggi sono cattivista. Rimandiamolo a Damasco, che è una splendida città, questo commerciante. La guerra non c’è più. C’è un regime autocratico sostenuto dalla Russia (prima dall’URSS). Se non gli piace può ribellarsi, come le ragazze iraniane.

Potrei continuare. Quello ha la tosse, l’altro ha 39 di febbre, uno forse la scabbia, qualcuno è psicologicamente provato. Fiumi di lacrime bagnerebbero i fogli nelle macchine per scrivere, se ci fossero ancora. Siamo alla letteratura, non al giornalismo.

Siccome non voglio che il mio odierno cattivissimo sia equivocato, ripeto che io non credo che le migrazioni debbano essere stroncate nel sangue. Credo anche che i migranti siano necessari in Europa. Credo che si debbano salvare quando i barconi stanno per naufragare. Questa è umanità. Ma credo anche che l’immigrazione debba essere gestita, secondo le regole. Accoglienza significa garantire una vita decente, non fare di queste persone i nuovi schiavi. O perpetui mendicanti. Anch’essi palesemente vittime di racket. A me fanno pena e quando posso aiuto. Ma stare col cappello in mano davanti a un supermercato in attesa di spicci non è vita. Peraltro gli spicci non ci sono più. Tutti pagano con il bancomat o le carte, il resto in monete è sparito. E mi fanno ancora più pena.

Per garantirla, una vita decente, bisogna stroncare la criminale organizzazione del traffico, della quale le ONG sono oggettivamente complici. Se non navigassero nel Mediterraneo aspettando una telefonata, i barconi non prenderebbero il mare così numerosi. O, peggio ancora, l’organizzazione criminale li farebbe partite, tanto i “passeggeri” pagano prima di salire a bordo e degli scafisti chissenefrega. Ne consegue che Italia ed Europa devo trattare con i rivieraschi. Il moralismo non serve a nulla. Le anime belle moltiplicano il problema, non lo risolvono. Salviamo le vite, d’accordo. Ma non fermiamoci li.

Nel frattempo, se la Ocean Viking può arrivare a Marsiglia, vuol dire che è in condizioni di farlo. Si abitui. E si abituino anche i francesi.

2 comments

  • Pier Roberto Merani

    Novembre 9, 2022 at 1:01 pm

    Ragionamento ineccepibile.

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    • Gianni Scipione Rossi

      Novembre 9, 2022 at 1:43 pm

      👍

      Reply

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