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Vigliacchi a Parigi

Giugno 29, 20220

Sembrava fatta. Invece ci siamo illusi. La corte d’Appello di Parigi si è espressa in modo sfavorevole alla domanda di estradizione in Italia di dieci ex militanti della lotta armata comodamente ospitati in Francia da decenni. È ancora possibile, in linea teorica, che il procuratore generale impugni la decisione e si finisca in Cassazione. Ci credo poco. E poco mi interessa che, come qualcuno sta commentando, la giustizia francese abbia confermato la sua indipendenza dal potere politico. Come se la nostra dipendesse dal governo. Il che – pur con tutti i suoi problemi – non è.
In realtà la giustizia francese si è per l’ennesima volta piegata alla cosiddetta “dottrina Mitterrand” – intimamente politica – nella sua interpretazione “larga”, perché in realtà l’ospitalità in Francia avrebbe dovuto riguardare persone che non si fossero macchiate di delitti di sangue. Non è questo il caso.

Con ogni probabilità – spero di essere smentito – dieci protagonisti del terrorismo rosso in Italia potranno così restare tranquilli a vivere a Parigi. Si tratta di Giorgio Pietrostefani, Enzo Calvitti, Narciso Manenti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Raffaele Ventura e Luigi Bergamin. Hanno insanguinato per anni il loro paese. Sono fuggiti da vigliacchi. E spregevoli vigliacchi restano.

Ormai, passati tanti anni, a me interessa poco che finiscano la loro vita in galera. Mi basterebbe un mese simbolico. La Francia non ci fa una bella figura. Ha ospitato terroristi, non perseguitati politici. Se con questo pensa di essere “civile” è totalmente fuori strada. Mi dispiace per i francesi, ma è così. Non ci posso fare niente, ma ho il diritto di essere profondamente indignato.

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